Le prime Giornate Filosofiche Brissinesi si sono svolte dal 1 al 3 settembre 2022.

Con il titolo Sull'orlo del baratro? Il riscaldamento globale come sfida sociale ed etica, relatori provenienti dall'Alto Adige e dall'estero faranno luce sugli aspetti scientifici, etico-filosofici e culturali del cambiamento climatico. L'iniziativa è arricchita da un'interessante cornice musicale e culturale.

 

La crisi ambientale: la ricevuta fatale dell'immagine cristiana dell'uomo?

Catastrofe della siccità, collasso climatico, ondata di calore... I titoli dei giornali di questi giorni sono spaventosi. Essi fanno capire che il nostro pianeta sta soffrendo. Come andare avanti? Cosa fare per evitare il peggio? Alcuni si pongono anche la domanda su chi sia il responsabile. Di chi è la colpa della attuale crisi ecologica?

La ricerca dei piromani intellettuali della distruzione ambientale non è un fenomeno nuovo. Già nella seconda metà del XX secolo si discuteva animatamente/vivido sulle radici intellettuali dello sfruttamento della natura. Anche il cristianesimo è finito nel mirino delle critiche. L'eccessivo sfruttamento della natura sarebbe il risultato della concezione cristiana dell'uomo. Come corona della creazione, l'uomo sarebbe al di sopra della natura e potrebbe usarla / sfruttarla per i propri scopi. L'uomo dovrebbe sottomettere la terra e dominare i pesci del mare, gli uccelli del cielo e gli animali della terra (cfr. Gen 1,28). Per secoli, i cristiani avrebbero seguito rigorosamente questo comandamento, con conseguenze devastanti per l'equilibrio ecologico e la biodiversità.

Se le accuse descritte sono giustificate e come la teologia cristiana oggi determini la posizione e il compito dell'uomo nella natura, saranno oggetto di discussione alle "Giornate filosofiche brissinesi".

L'importanza dell'enciclica Laudato si' di papa Francesco

Laudato si' (2015) è probabilmente l’enciclica di Papa Francesco che ha suscitato più scalpore ed è stata accolta in tutto il mondo. Il testo viene spesso definito enciclica ambientale o "enciclica verde", perché è dedicato alle questioni ambientali, in particolare al riscaldamento globale, come nessuna dichiarazione ecclesiastica precedente. Il Papa ha volutamente pubblicato l'enciclica prima della Conferenza ONU COP 21 di Parigi del novembre 2015 e ha voluto dare un contributo costruttivo all'accordo sul clima da negoziare.

Tuttavia, sarebbe miope considerare la Laudato si' solo come un testo "verde", perché si inserisce perfettamente nel lungo elenco di encicliche sociali della Chiesa cattolica. La forza del testo sta nella sua prospettiva olistica. Il Papa sa come coniugare l'etica ambientale con le questioni sociali più scottanti.

Questo approccio olistico ha avuto un'accoglienza positiva, soprattutto negli ambienti dei scienziati, mentre si può osservare che l'accoglienza all'interno della Chiesa lascia ancora molto a desiderare. Ciò può essere dovuto al fatto che il Papa mette in discussione e sfida criticamente i fatti convenzionali auto-evidenti di una visione cristiana dell'uomo e del mondo. Critica l'antropocentrismo e ci esorta a rispettare il valore intrinseco di ogni creatura. Non dobbiamo ridurre nessuna creatura alla sua funzione solo per noi umani, dice il Papa.

Antropocene

Furono i scienziat Paul Crutzen e Eugene F. Stoermer a proporre nel 2000 il termine "antropocene", che si è ormai affermato, cioè "l’epoca geologica dell’uomo" per indicare questo sviluppo degli ultimi 300 anni che si è intensificato enormemente nella seconda metà del 20° secolo in modo da avere un impatto prevedibile di cambiamento radicale della storia del pianeta.

L’ambiguità del termine sta nel fatto che l’uomo, "l’ultimo arrivato nella storia geologica" denomina un’epoca geologica, che normalmente include milioni di anni, secondo sé stesso, cosa che può sembrare presuntuosa, perfino “antropolatrica” visto che l’homo sapiens si è evoluto solo ca. 190.000 anni fa.

C’è comunque una differenza notevole tra la denominazione dell’antropocene e di altre epoche geologiche precedenti. Non viviamo semplicemente in una determinata epoca, ma le particolarità di quest’epoca vengono prodotte dall’umanità stessa. L’antropocene non è un destino, ma è un risultato prevedibile dell’agire umano. Anche se è vero che processi come i cambiamenti climatici oppure l’estinzione di specie animali e vegetali hanno da sempre segnato la storia geologica del pianeta, è altrettanto vero che gli sviluppi attuali e la loro velocità sono causati o almeno rafforzati dall’agire umano. Il termine, quindi, include sia una parte descrittiva sia una dimensione etica perché indica la responsabilità degli uomini per gli sviluppi geologici che stanno avvenendo. L’antropocene, quindi, non significa solo una trasformazione globale della terra, ma richiede anche una riflessione sulla relazione tra l’uomo e la natura nel senso di una percezione della responsabilità dell’uomo verso la natura, di cui è parte e senza la quale non può sopravvivere.

Questa problematica verrà discussa nella conferenza delle Gironate filosofiche brissinesi dal teologo morale Martin M. Lintner.

Protezione degli animali e protezione delle specie

La protezione degli animali e delle specie può portare a un cosiddetto conflitto di obiettivi nel contesto delle strategie di conservazione della natura. Ciò significa che la protezione di una certa specie è incompatibile con la protezione concreta degli animali, cioè con la protezione degli individui di un'altra specie. L'abbattimento delle volpi, ad esempio, contraddice una logica di pura protezione degli animali, mentre rappresenta un valido contributo in termini di protezione delle specie di uccelli che nidificano a terra. È importante dare un nome a questi obiettivi contrastanti nei dibattiti sulla conservazione della natura e riconoscere la loro dimensione filosofica e ideologica. In definitiva, non sono solo le idee ecologiche a determinare le decisioni in materia di conservazione della natura, ma anche i valori della società. Anche gli aspetti estetici, tra gli altri, giocano un ruolo importante in questi valori. Più una specie animale o vegetale è bella, preziosa e unica per le persone, più queste sono disposte a proteggerla e a limitare altre specie in cambio.

Nella nostra conferenza vogliamo approfondire questo aspetto del dibattito sulla conservazione della natura.

Biodiversità

La conferenza di apertura delle Giornate filosofiche brissinesi è dedicata al tema della biodiversità. La professoressa Ulrike Tappeiner farà luce sul significato della biodiversità.

Per biodiversità o diversità biologica si intende la diversità genetica all'interno di una specie, la diversità delle specie e la diversità degli ecosistemi. È in declino su tutti e tre i livelli. Per fermare questa tendenza, nella società si discutono varie misure e si propongono diversi argomenti.

Tali argomentazioni sono antropocentriche quando si chiede la conservazione della biodiversità, perché una sua perdita limiterebbe la possibilità di utilizzo delle risorse naturali da parte dell'uomo. Tali argomentazioni sono biocentriche o ecocentriche quando a piante, animali o addirittura interi ecosistemi viene attribuito un cosiddetto valore intrinseco. Infine, anche per la diversità biologica si può citare qualcosa di simile a un valore estetico. La diversità degli esseri viventi crea nelle persone l'esperienza della bellezza e le porta a meravigliarsi, a lodare e a ringraziare.

Questi diversi modi di argomentare saranno considerati e discussi nella conferenza dal professor Markus Moling. Particolare enfasi è posta sulla tesi secondo cui la natura è bella.

Acqua

L'acqua è una base essenziale della vita e allo stesso tempo una risorsa importante per la produzione di energia, ma anche per le attività ricreative. La crescente scarsità d'acqua degli ultimi mesi ci ricorda drammaticamente che questa risorsa naturale è limitata. Il consumo di acqua solleva sempre più questioni etiche. Come dobbiamo gestire le risorse d'acqua in vista del riscaldamento globale?

Siamo chiamati a riflettere sui motivi per i quali consumiamo acqua e sulla solidarietà con coloro che soffrono per la scarsità d'acqua. Nell'uso dell'acqua è necessario distinguere l’uso fondamentale, cioè necessario alla sopravvivenza, i cosiddetti interessi essenziali, da quelli superflui. Se c'è la minaccia di un numero sempre maggiore di anni di siccità, l’utilizzo di acqua per scopi ricreativi diventerà sempre più importante.

La questione riguarda una parte fondamentale dell'economia alpina, ovvero gli sport invernali, che in molti luoghi possono essere praticati solo aggiungendo neve artificiale e quindi grandi quantità d’acqua. Anche l'agricoltura e il turismo in generale ne risentono.

L'uso sostenibile delle risorse d’acqua nella nostra società può essere interpretato come un invito all'autocontrollo. L'autocontrollo, tuttavia, è a sua volta un principio spirituale, che dipende non solo dalle possibilità e dalle capacità tecniche, ma soprattutto da un atteggiamento spirituale di base delle singole persone. In tal caso, l'etica cristiana e una visione spirituale della realtà possono essere di grande aiuto.